Arriva l’autunno: Paura e Delirio in Italia
Ottobre, un mese come tanti altri. Un mese che normalmente porta le prime piogge autunnali e le castagne. Il mese che ci accompagna dolcemente alle soglie del freddo, scusandosi con qualche ultima giornata di sole. Quest’anno tuttavia è il 2020, e ai rovesci stagionali si è ahimè aggiunto un diluvio molto più nefasto: quello dei decreti e delle dirette governative. Arrivati alle soglie dell’inverno siamo ormai sepolti da una coltre non di neve, ma di restrizioni.
Questa seconda ondata ha messo in evidenza ancora meglio ogni mancanza di visione a medio-lungo termine degli uomini che sono chiamati a guidarci nell’affrontare la sfida del Covid-19. Certo la divisione del territorio nazionale in diverse zone di rischio è apprezzabile, ma anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno. La schizofrenia decisionale, evidente a tutti, è accompagnata da altre irregolarità tecniche meno immediate e potenzialmente più dannose.
Se descriviamo alcuni fatti accaduti da ottobre a oggi, fermandoci e uscendo dall’eterno presente delle conferenze stampa, risulta che
- Si è inizialmente negata la necessità di un secondo LockDown
- Un LockDown di fatto è stato introdotto a inizio Novembre “per salvare il Natale”
- A inizio Dicembre abbiamo capito che il Natale era tutt’altro che salvo
- A metà Dicembre il Governo ha introdotto il “cashback” per stimolare i consumi
- Quando la gente è effettivamente uscita a spendere si è gridato allo scandalo e chiuso tutto.
Fatti chiarissimi che non necessitano di commenti, che da soli certificano una totale mancanza di comprensione della situazione e una palese assenza di strategia, fuori dalla mera reazione agli eventi.
Se il popole smette di interessarsi del proprio interesse
La reazione agli eventi di cui sopra si è sempre abbattuta sulla parte debole della relazione di potere, cioè il popolo. E’ colpa di chi compra online se le attività commerciali locali falliscono, ma è anche colpa di chi esce a fare acquisti se il virus si impenna. Però è merito delle autorità quando i contagi diminuiscono e dobbiamo essere grati se ci viene concessa qualche briciola di libertà come conseguenza.
Non c’è da sorprendersi che questo modo di (s)ragionare sia ormai comune, anche alla luce del risultato del Referendum Costituzionale. Abbiamo così poco riguardo nei confronti dei rappresentanti del popolo, con la cui elezione esercitiamo la nostra sovranità, da falcidiarne il numero proprio mentre il Parlamento viene sostanzialmente svuotato di potere dall’iperattività dell’esecutivo. E’ evidente che siamo poco consapevoli delle battaglie, dei principi con cui è stata forgiata l’Italia Repubblicana.
Per quanto mi riguarda, e a quanto leggo nella Costituzione, l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro come strumento di emancipazione, non sull’assistenzialismo burocratico e imperfetto che vediamo in questi giorni. L’Italia è fondata sulle libertà personali e sociali, non sull’obbedienza cieca e autocompiaciuta al Governo. La limitazione delle libertà è ovviamente lecita, ma deve essere il frutto di una scelta sofferta, ponderata e soprattutto discussa da tutte le forze politiche, non può piombare dall’alto come atto inevitabile e unipersonale.
A questo proposito invito chi legge a guardare l’intervento con cui Brian Pallister, premier (=governatore) della regione canadese di Manitoba, annunciava ai suoi concittadini la decisione presa a inizio dicembre di mantenere misure di sicurezza dure anche durante le festività natalizie. Si vedrà il discorso di un vero leader che parla da pari agli uomini e donne della sua regione, a tratti quasi schiacciato dalla consapevolezza dei sacrifici che chiede ai suoi elettori. Così si annunciano misure drastiche; in anticipo, implorando comprensione, soffrendo le decisioni per l’impatto che hanno sulle vite di milioni di persone. Quanta differenza rispetto a quello che tocca a noi Italiani.
Il Potere logora… Chi non ce l’ha
Chiudo con una riflessione:
Fin dai primi attimi di vita ognuno di noi incontra il Potere, l’Autorità. Inizialmente come neonati, creature inermi che non hanno altra scelta se non abbandonarsi completamente alle cure dei genitori.
Crescendo e iniziando a interagire autonomamente con la realtà che ci circonda, sviluppiamo desideri nostri che l’istinto ci spinge a soddisfare ORA. E’ il periodo dei capricci, in cui ci scontriamo inutilmente con una volontà superiore, quella degli adulti.
A scuola poi impariamo a operare nell’ambito di queste regole e riconosciamo inconsciamente la necessità di un Ordine che motivi e freni una collettività.
Ma che spazio ha la Libertà in tutto ciò? Chi ci educa a scindere la struttura di regole necessaria per un ordinato vivere sociale dai capricci del Potere, dai soprusi dell’Autorità?
Applicando queste considerazioni alla nostra situazione, se a inizio anno la situazione completamente nuova e imprevedibile poteva scusare alcune manovre del Governo, adesso che sono trascorsi nove mesi e le sfide da affrontare sono strutturali (almeno nel medio termine) perché accettiamo i DPCM, l’impreparazione, la mancanza di pianificazione e il rifiuto di chi governa di assumere la responsabilità delle decisioni?
Per capire il rapporto tra l’uso dei DPCM e la percezione che i cittadini hanno del loro rapporto col Potere è necessaria un’analisi dell’assetto costituzionale italiano, per la quale vi do appuntamento nel mio prossimo articolo. (ora disponibile cliccando qui)
Classe 1994. Diplomato al Liceo Classico Carlo Alberto di Novara e Laureato in Giurisprudenza a Roma. Praticante avvocato. Tra i fondatori di Pensiero Divergente.
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