Vorrei richiamare una sfuggente visione,

un timido baluginio

visto

una sera,

dopo un nuovo aperitivo.

Vorrei richiamare qualcosa di insolito,

non un sogno,

ma una visione, appunto:

una certezza unica e difficilmente spiegabile. 

Vorrei, 

a mano a mano, 

con il vento, 

tornare a sorridere, 

a vivere una gioia vera, 

autentica:

un’energia potente, 

una magia antica. 

Vorrei non pensare ai miei anni, 

cancellare cose che ho scritto di fretta.

Vorrei tornare a sognare. 

Vorrei di nuovo, 

Italia, 

tornare a viverti:

stringerti in un pensiero stanco

ma felice

prima di dormire, 

dopo una giornata sudata

e colorata;

vorrei una certezza

o perlomeno un’illusione:

una luce costante, 

una luce ferma. 

Vorrei essere di nuovo diverso, 

cioè me stesso, 

vorrei prendere

ancora

tutte quelle sensazioni 

assurde

e vere

che mi hanno costruito 

e dipingerci

una speranza senza confini. 

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