Benvenuti nella rubrica “un libro in un minuto”.
Oggi vi voglio parlare di “Bestie uomini e dei” di Ferdinand Ossendowski: un diario di viaggio autobiografico in cui racconta la sua lunga fuga dai “Bolscevichi” della rivoluzione russa.

Per prima cosa è essenziale una breve introduzione all’autore, la cui vita è quasi mitologica per lo spessore del protagonista e per come si intreccia con la Storia.

Nasce in Polonia nel 1876 ma si trasferisce quasi subito a San Pietroburgo. Lì si forma, studiando fisica e chimica all’università. Completerà poi i suoi studi alla Sorbona di Parigi dove avrà come insegnante Marie-Curie in persona.
Tornato in patria inizia una brillante carriera accademica pubblicando numerosi lavori scientifici in materia di idrologia, geologia, chimica fisica, geografia e fisica.

I suoi interessi però non si limitano alla ricerca scientifica. Nel 1905 fa parte del comitato rivoluzionario che organizza una rivolta in Manchuria, al cui fallimento fa seguito la sua incarcerazione.
Liberato due anni dopo, scrive un libro sulla sua esperienza di prigioniero con cui guadagnò molta popolarità in Russia e che viene citato da Tolstoj come uno dei suoi preferiti. Continuerà la sua carriera di scrittore a scienziato fino al 1917.

Allo scoppio della rivoluzione di ottobre Ossendowsky, che si era trasferito in Siberia durante la rivoluzione di febbraio, si unisce al governo antirivoluzionario del Supremo ammiraglio Aleksandr kolcak, nel cui esercito svolge svariate mansioni come ufficiale dei servizi segreti.

Il libro in questione prende le mosse dalla sconfitta dell’ammiraglio kolcak nel 1920 e racconta la fuga di Ossendowsky con un manipolo di soldati “bianchi” attraverso la Siberia e la mongolia. Il suo spirito di osservazione e la sua curiosità non si affievoliscono mai nonostante i pericoli mortali e la fatica estrema che deve sopportare nel viaggio. E a noi è permesso di fare un tuffo, oltre che in eventi storico-politici di primo piano, in una Mongolia tradizionale e mistica dal fascino antico e spirituale.

Il lettore che si lascerà prendere per mano e condurre in questa avventura si sorprenderà a perdersi in un viaggio nel tempo e nello spirito, in una avventura epica, a tratti onirica, sempre affascinante.

Ossendowsky è una fonte di ispirazione per noi di Pensiero Divergente e per chiunque si batta per la libertà. Si è opposto al regime degli zar ai tempi della rivolta in Manciuria, ha poi combattuto i bolscevichi e il regime oppressivo che intendevano instaurare e si è impegnato negli anni successivi al 1920 per la libertà e l’autonomia della Polonia. Il suo animo da condottiero, la sua sensibilità e la sua continua battaglia per la libertà sono stelle che ci guidano nel firmamento della vita.

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