Contro il pensiero comune, il pressapochismo, le contraddizioni e le apparenze: i miei auguri per un 2021 all’insegna della divergenza
Ho dedicato molte delle mie migliori energie alla politica nel tentativo di trasmettere un messaggio diverso dal solito, un messaggio divergente. Non senza dispiacere, sono stato costretto ad ammettere più di una volta dopo gli appuntamenti elettorali di settembre la mia delusione nei confronti di un mondo piegato su se stesso e privo di fantasia; ciononostante non ho ceduto neppure un momento alla tentazione rinunciare a tutte quelle riflessioni fuori dall’ordinario che ho scritto fino ad oggi…
In un appunto scritto di getto nella giornata di ieri, ad esempio, mi sono interrogato sul ruolo delle contraddizioni e delle apparenze sul palcoscenico della Res publica. L’appunto che, ripeto, ho scritto di getto, è il seguente:
“Contraddizioni e apparenze: aspetti negativi del dibattito pubblico che avevo già denunciato in occasione del mio primo confronto con la politica in settembre. Le contraddizioni sono diffuse ed estese, costringono chi ricopre un incarico pubblico a fare di tutto pur di non agire, le apparenze sono ancora più terribili…Noi siamo il paese dove “andrà tutto bene”, siamo il paese della pubblicità di una nota catena di negozi di elettronica che si interroga su quale futuro lasceremo ai nostri figli, siamo il paese della retorica fine a se stessa, dei “lacci e dei lacciuoli”, delle chiacchiere prive di prospettiva… Siamo insomma il paese che fa delle apparenze uno scudo contro la realtà e mentre ci interroghiamo su quale futuro lasceremo ai nostri figli continuiamo ad alimentare il nostro debito, a demotivare l’iniziativa privata, ad inquinare e a farci comprare in cambio di un pugno di spiccioli… Abbiamo accolto l’arrivo del vaccino con un’enfasi mediatica ridicola e degna di un regime socialista e seguito di conseguenza quel corso che ci vede sempre meravigliarci di fronte un fenomeno positivo (o potenzialmente tale)… Nella nostra viltà, continuiamo a preferire la forma alla sostanza ma non per amore del bello ma per timore della crudezza del vero. In tutto questo, condanniamo chi crea veramente bellezza e stupore al silenzio e dimenticando quindi l’arte e lo spettacolo, la letteratura e il nostro patrimonio artistico ci avvinghiamo alla contraddizione che rivela appunto l’assenza di interesse per la meraviglia e la potenza della paura.”
Con la speranza che la mia antipatia possa suscitare una crescente fede nell’uso della ragione, auguro a tutti un 2021 ricco di divergenza e riflessioni.
Classe 1994, lettore vorace dall’età di sei anni e autore dei romanzi “L’alba di sangue” e “Il regno di Romolo”.
Di me hanno detto che sono un “egocentrico” ma non ho ancora capito perché.
Credo di avere tuttavia molto in comune con i liberali di una volta e di essere un insaziabile ricercatore di novità.
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