Una nuova riflessione del nostro contributore esterno Michele Albergo, in questa occasione alle prese con la fisica quantistica
Tutti abbiamo più o meno sentito parlare della fisica quantistica.
Ma, in definitiva, di cosa si tratta?
Il padre della fisica quantistica è lo scienziato tedesco Max Plank.
A lui venne l’idea di verificare se le leggi della fisica classica, quelle scoperte da Galileo, Newton, Maxwell come la legge di gravità, le leggi della dinamica, ecc… che spiegano molto bene le realtà del “molto grande“, cioè l’iterazione dei solidi, dei pianeti, delle galassie, si potessero applicare anche nel mondo “dell’infinitamente piccolo” cioè il mondo degli atomi.
Quello che scoprì fu una grande sorpresa per lui e per tutto il mondo e cioè che nella realtà degli atomi le leggi della fisica classica non trovano nessun riscontro.
Sperimentò che gli atomi si sostanziano o in particelle o in onde, con
caratteristiche molto diverse.
Le particelle sono più solide come dei mattoncini e non sono in grado di
attraversare i solidi. Così, se stiamo al mare e c’è molto sole, se
stiamo sotto l’ombrellone, siamo all’ombra, proprio perchè la luce del sole,
che è fatta per lo più di particelle, non attraversa la stoffa dell’ombrellone.
Le onde invece sono diverse e riescono ad attraversare i solidi, così se siamo dentro casa possiamo ugualmente telefonare con il nostro cellulare; ugualmente se siamo in auto, in una galleria riusciamo ugualmente ad ascoltare la radio, proprio perchè gli atomi delle onde attraversano non solo i muri di casa ma anche le montagne.
Applicando queste scoperte al Vangelo, possiamo ragionare sul fatto che
allora non appare poi tanto strano, che Gesù prima della sua morte e
resurrezione, non passava attraverso i muri, aveva cioè come noi, un corpo fatto di particelle.
Ma dopo la sua resurrezione ha un corpo diverso, molti non lo riconoscono
subito e può passare attraverso i muri come fa recandosi al cenacolo dove
erano raccolti gli apostoli.
Forse possiamo immaginare che il corpo risorto di Gesù sia fatto non più di particelle, ma di onde?
Un altro scienziato sulle orme di Plank fece degli ulteriori passi avanti nella fisica quantistica, si tratta di Heisenberg. Egli non solo come Plank vide che gli atomi sono o particelle o onde, ma sperimentò che gli atomi stessi possono assumere indifferentemente la forma di particella o di onda.
Non si sa come, non si sa perchè, ma è innegabile che l’atomo può, se si può dire, “decidere” di essere onda o particella. Non solo, ma vide anche
che a volte gli atomi che osservava letteralmente sparivano dalla realtà per poi ricomparire in un altro posto. Non si sa dove vanno, disse, ma è
come se all’improvviso andassero in un altra dimensione per poi ricomparire.
La scoperta più famosa ed allo stesso tempo più incredibile di Heisenberg è quella chiamata “principio di indeterminazione”.
In parole comprensibili lo scienziato vide e sperimentò con grande stupore che non solo gli atomi assumono quando vogliono indifferentemente la forma di onda o di particella, ma lo fanno a seconda dell’osservatore. Cioè, è come se l’atomo decidesse se sostanziarsi in onda o particella solo al momento in cui viene osservato.
In altre parole l’osservatore, in qualche modo ancora da capire, influisce
sulla realtà dell’atomo.
Detto in termini più tecnici Heisenberg ha dimostrato che non si può
conoscere in maniera oggettiva e precisa la realtà fisica, perchè dal momento che la si osserva, da dove la si osserva e chi la osserva, per queste sole ragioni interagisce con la realtà e la modifica.
D’altra parte molti di noi nella vita concreta hanno fatto l’esperienza di essere presenti in più persone davanti alla medesima realtà eppure vedere cose diverse.
Ricordiamo per esempio il famoso miracolo di Fatima avvenuto il 13 ottobre 1917, quando, molte migliaia di persone, assistettero al miracolo del sole, testimoniato e riportato da tutti i media dell’epoca.
Tuttavia se si leggono le singole testimonianze dei presenti si riscontra che sono molto eterogenee. Chi ha visto il sole diventare grande,
bianco come un ostia e girare vorticosamente; chi ha visto il sole pulsare; chi ha visto scaturire dal sole raggi multicolori; chi sostiene che il sole volesse precipitare sulla terra; chi ha visto nel sole la scritta IHS; chi ha visto nel sole la Madonna; chi la sacra famiglia con Giuseppe ed il bambino Gesù.
Questo fenomeno è stato spiegato anche dall’uomo di fede nel senso che
siccome i nostri occhi sono lo specchio della nostra anima, è come se
guardassimo la realtà attraverso degli occhiali che sono più o meno puliti, che riescono più o meno a mettere a fuoco a seconda dello stato della nostra anima, a seconda se siamo in grazia di Dio, oppure nel peccato; a seconda delle ferite più o meno grandi della nostra anima e del nostro essere.
Così è normale, ed è una esperienza frequente, guardare la stessa realtà ma vederci cose diverse.
Tuttavia se volessimo applicare il principio di indeterminazione di Heisenberg alla realtà spirituale, il fenomeno descritto è ancora più incredibile.
Cioè, non è che vediamo cose diverse perchè abbiamo sguardi diversi
dell’anima, perchè, per dirla in modo semplice, abbiamo occhiali diversi, ma vediamo cose diverse, perchè ogni osservatore a seconda di come sta e di come guarda, interferisce sulla realtà modificandola.
In altre parole la realtà non è staccata da noi, ma è la nostra iterazione, il
nostro rapporto con essa che la co-crea.
In quest’ottica appaiono molto più verosimili, tante espressioni di Gesù nel
Vangelo.
Quando Gesù, prima di ogni miracolo chiede “Tu pensi che io possa fare questo?“, “Tu vuoi essere guarito?“, “Tu credi nel figlio
dell’uomo?“. Gesù chiede sempre la fede per operare miracoli nella realtà.
Perchè agisce in questo modo? La risposta la conosciamo, perchè Gesù vuole far destare nell’uomo la fede.
Ma se esprimessimo lo stesso concetto con le parole della fisica quantistica potremo dire: è come se Gesù stimolasse la partecipazione dell’osservatore, per operare il miracolo.
Gesù fa sperimentare a parole e con i fatti che il miracolo, cioè modificare la realtà, dipende molto dalla partecipazione dell’uomo.
Quindi le parole di Gesù “La tua fede ti ha salvato“; “Voi farete cose più
grandi di me“; “Voi siete la luce del mondo“; “Se voi aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso, sradicati e vai a piantarti nel mare ed esso vi obbedirebbe” e molte altre simili, forse non vanno interpretate tanto come iperbole o esagerazioni, ma proprio in senso letterale.
Come l’uomo è in grado di modificare la realtà, nel concreto, con degli
strumenti, resi sempre più incisivi dalla tecnologia, forse (la formula dubitativa è d’obbligo) può incidere nella realtà in modo ancora più profondo, con le sue qualità e capacità spirituali.
Probabilmente in questo campo siamo ancora agli albori, l’uomo è appena
cosciente delle sue potenzialità, ma le scoperte della fisica quantistica
sembrano fornire molti indizi in questo senso.
In quest’ottica quindi il concetto di “preghiera” per lo più sconosciuto al
mondo secolarizzato e agnostico, assume un significato ed una portata tutta da scoprire e sperimentare.
Ma su questo occorrerà probabilmente una riflessione a se stante.
Concludiamo nel constatare che se le scoperte della fisica classica del 900
sembrarono creare una frattura insanabile tra scienza e fede in quanto
sembrava che tutti i misteri si potessero spiegare con la scienza, la fisica
teorica di Einstein e di altri scienziati più recenti mise a fuoco come molte
scoperte fossero in linea con le verità di fede: dal “Big Bang” molto simile al biblico “E luce fu“; alle galassie che continuano ad allontanarsi sempre a
velocità maggiore, come se una forza superiore le continuasse a spingere.
Dallo spazio e tempo che sono relativi e che non esistevano prima del Big
Bang, alla radiazione di base del cosmo che continua ad irradiare tutto
l’universo, come la fede descrive lo Spirito Santo e che fa un rumore come “Om…Om…Om…“, molto simile alle più antiche preghiere dei monaci tibetani, ecc….. Fino ad arrivare appunto ai nuovi orizzonti della Fisica
quantistica, che come abbiamo visto si conciliano e sembrano chiarire altri misteri della fede.
L’uomo di scienza e l’uomo di fede, quindi, se animati da sincero spirito critico e lealtà di fronte al mistero, possono insieme guardare al futuro con stupore, aperti ad ogni possibilità, verso l’infinito ed altre.
Continua….
Michele Albergo
Per approfondire si consigliano: “Fisica quantistica per poeti” saggio di Lederman e Hill; editore “Bollati Boringhieri”, 2011 / “L’enigma di Einstein” romanzo di J.R. Dos Santos; Newton Compton Editore, 2013.
In copertina l’opera di Claudio DeGregorio in arte COG, senza titolo, 30×40 cm, su tela con collage, 2022.
Questo articolo ci è stato gentilmente inviato da un contributore divergente esterno al team della redazione.
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