Antica tappezzeria
libri sfogliati e vecchi cimeli,
una maiolica solitaria sul grande tavolo
e un letto matrimoniale
caldo solo per un lato.
Quattro mura,
Piccolo confine
di infiniti ricordi
di una vita di durezze,
via triste e solitaria
tra il desco
il talamo
e la finestra
specchio di un mondo
sognato e non più osservato.
Le campane domenicali
richiamano la vecchina
al Santo Ufficio
che con mano trepidante
cerca il giusto canale
sul vecchio telecomando
sperando di non arrivare in ritardo
innanzi all’altare.
E d’un tratto la misera della stanza
s’arricchisce di nuova luce,
la durezza della vecchiaia pare
ritemprata dalle dolcezze della fanciullezza
e il dolore di una foto e una lapide
riscaldato dall’amore
che ha infiammato un’intera vita.
L’odore delle antiche tavolate
riempie la stanza vuota e solitaria,
di affetti passati ma mai spenti.
Si innalza l’Eucarestia e tutta la sofferenza
e la bellezza che nella vita si squaderna
si riscopre in un nuovo insieme,
non ancora visibile,
ma intuibile
d’Eterna Bellezza.
E’ il momento della comunione
e la vecchina fa quasi per mettersi in fila
tra il divano e lo schermo
ma si ritrova sola nella stanza
immersa nella bianca solitudine.
Classe ’94, diplomato al liceo classico di Pescara Gabriele D’Annunzio, Laureato in Giurisprudenza alla Luiss di Roma e ora praticante notaio. Appassionato di cinema e viaggi, si divide tra la gestione di PensieroDivergente e lo studio notarile.
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