Dall’inizio della pandemia dilagano teorie e contro-teorie di ogni sorta, su qualunque argomento. Se già in tempi comuni la ricerca della verità è compito arduo, ora rasenta l’impossibilità fisica. Scovare un ago in un pagliaio di per se è già impresa difficile, ma scovare un ago tra molti altri aghi apparentemente uguali è ancora peggio. Cerchiamo di fare chiarezza.

Danel Simons, psicologo dell’Università dell’Illinois, alcuni anni fa compì un esperimento estremamente interessante che passò alla storia con il nome di “cecità attenzionale“. Prese un gruppo di persone e le incaricò di seguire una partita di football in cui una squadra vestiva di bianco e l’altra di nero. Venne chiesto ai soggetti di contare tutti i passaggi della squadra bianca, ignorando la squadra nera. Durante l’incontro fu rilasciato sul campo un gorilla, il quale, libero, si aggiró per tutto il campo tra i giocatori, per poi essere allontanato. Al termine della partita fu chiesto agli studenti se, oltre al numero di passaggi, avessero notato qualcosa di strano. Più della metà dei soggetti dichiarò che non aveva scorto nulla di particolare. Quando allora furono fatte vedere le immagini della partita, con l’irruzione del gorilla in campo, i soggetti quasi non credettero che le immagini erano le stesse che loro avevano “studiato” fino a qualche minuto prima.

Ciò può insegnarci molto. E’ estremamente facile che presi dal nostro tran tran quotidiano, possano passarci veri e propri gorilla davanti, che noi scambieremmo per un signore con bombetta. O che forse presi a contare chissà quali passaggi tra alcuni giocatori, possiamo finire con l’ignorare un avvenimento assolutamente unico al mondo. Paradossalmente l’assenza dell’attenzione da un lato, causata dal binomio lavoro/relax, e l’iper-attenzione dall’altro, stimolata da mille notizie diverse e continue, possono produrre lo stesso risultato: ignorare l’evidenza. Nulla è meglio nascosto di ciò che appare in piena evidenza.

Riportiamo l’esempio di Michelangelo e della Cappella Sistina. Tutti conoscono “La creazione di Adamo“, un’opera iconica e monumentale. Ma ci sono voluti ben 500 anni affinchè un medico in visita alla Cappella Sistina notasse che gli angeli e il manto che attorniano Dio formano un’immagine molto curiosa: è la forma della sezione sagittale del cervello umano.

A tutt’oggi si discute se tale forma sia causale, o se Michelangelo avesse voluto comunicare un messaggio ben preciso, che è stato ignorato per secoli fino ad oggi, alludendo al fatto che è l’intelletto e l’intelligenza a creare l’uomo e non Dio. O forse entrambi congiuntamente. Ad ogni modo, lasciando ad altri tecnici l’analisi delle implicazioni di questa scoperta, ciò che a noi preme è il concetto che a volte più un’ immagine è in bella vista, più si fatica a scorgerla. Pertanto, presa coscienza di ciò, è legittimo e maturo chiedersi: sto ignorando qualcosa? C’è qualcosa che mi sta passando davanti che non sto vedendo?

Ogni giorno siamo letteralmente bombardati di notizie. La vera conoscenza oggi sta nel sapere cosa ignorare. I media mainstream, come abbiamo ribadito più volte, offrono una narrazione fondamentalmente monolitica e univoca di quanto accade. Cercando nell’informazione underground ci si imbatte in numerosissime congetture, su Big Pharma e il vaccino, sul laboratorio di Whuan e l’origine del virus, sul potere del deep state e le misure di segregazione che ci vengono imposte. Molte di queste teorie sono, già ad una prima occhiata, ottimo materiale per romanzi di fantapolitica, ma altre spiazzano per quanto sono ben circostanziate e documentate. Pertanto come fare a districarsi? Una volta che si muove il primo passo, iniziando ad andare oltre la narrazione mainstream, ci si spalancano le porte dell’abisso. E’come essere un ragazzo che ha sempre fatto il bagno al mare dove toccava e improvvisamente si trova nell’acqua alta: non ci sono più punti d’appiglio. Se è vero che una narrazione univoca allontana spesso dalla verità, perdersi tra tutti i complottismi odierni fa altrettanto. Come fare dunque?

In tal frangente ci viene in soccorso la filosofia. In particolar modo occorre utilizzare il cosiddetto Rasoio di Occam. Detto strumento è stato messo a punto nel 1300 dal frate francescano Guglielmo di Occam (ampiemente citato nel romanzo “il nome della rosa” di Umberto Eco) che è una delle basi del pensiero scientifico moderno.

In sostanza l’immagine del rasoio suggerisce che, nell’esame di un fenomeno, formulando varie ipotesi, si debba procedere con l’eliminare via via le ipotesi più complicate. “E’ inutile fare con più ciò che si può fare con meno“. Detta citazione di Guglielmo da Occam aiuta a comprendere il senso del metodo. Se a noi può sembrare una conquista abbastanza intuitiva e di certo non rivoluzionaria, all’epoca ebbe una portata sconcertante, poichè il dibattito sia scientifico che esistenziale più si complicava, più si pensava si potesse arrivare alla verità. Quella di Guglielmo di Occam fu una clamorosa inversione di tendenza.

Occorre dunque applicare tale strumento alla nostra analisi della realtà. Innanzitutto occorre prendere in considerazione non una sola narrazione ma tutte le narrazioni presenti (se nell’esperimento della “cecità attenzionale” gli studenti avessero seguito i passaggi di entrambi gli schieramenti e non solo dei bianchi, probabilmente avrebbero notato il gorilla). Una volta fatto ciò, uscendo dalla narrazione mainstream, occorrerà non cadere in preda ai complottismi vari, ma operare un’attenta analisi con il rasoio di Occam alla mano: escludere le riflessioni più contorte, anche se apparentemente circostanziate, eliminare le cascate di coincidenze, attenersi al semplice, al reale, alle evidenze, che tanto ci sfuggono. Dopo aver eliminato tutto ciò probabilmente ci troveremmo davanti al famigerato gorilla.

Mentre l’opinione pubblica si occupa di come si potranno passare le festività natalizie, il Capo del Governo ha stanziato una sua nuova commissione di 300 nuovi tecnici, un nuovo comitato tecnico per gestire il Recovery Found, totalmente extraparlamentare, tutto pagato con i soldi degli italiani. E quel che è più paradossale è che ciò avviene esattamente due mesi e mezzo dopo che gli italiani hanno votato la riduzione dei nostri parlamentari di 345 unità, principalmente per ragioni economiche! Parallelamente a tutto ciò il ministro dell’Interno Lamorgese schiera settantamila agenti per il giorno di Natale, per controllare l’osservanza delle dure misure segregative. Un numero tale di agenti operativi contestualmente su un territorio supera anche quello dei militari americani stanziati in Afghanistan e Iraq congiuntamente.

Per concludere, in questo periodo di tante verità, occorre tenere bene a mente che i complotti nella storia sono sempre esistiti, che le sinuose prese di potere sono sempre avvenute, che ogni dittatura è nata per tutelare il suo popolo ed è fiorita nel consenso popolare.

D’altra parte anche i “complottismi” sono sempre esistiti, ma questi più che svelare la realtà storica del complotto allontanano da esso, perdendosi in quel delicato confine tra la realtà e la fantasia, tra i fatti e le intuizioni. Non è scoprendo chi si cela dietro Bill Gates, O Big Pharma che miglioreremo la nostra condizione di vita. Questi sono i passaggi, privi d’importanza nell’ambito della partita. Il gorilla che attraversa il campo, è ben altro.

A parere di chi scrive, l’evidenza è un cittadino italiano, non eletto, che si è autoassegnato il sobrio titolo di Avvocato del Popolo, e che da mesi, in stato d’emergenza, con i suoi atti monocratici, amministrativi, e svincolati dal controllo costituzionale, decide sui diritti e sulle libertà del suo popolo. Come definire questo scenario? Occam direbbe “A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire“. La spiegazione più semplice si chiama dispotismo. E il dispotismo pprta inevitabilmente alla dittatura.

Augurandomi di sbagliare, Antonio Albergo.

Comments to: Sul Complotto e sul Complottismo

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