La censura online è la quintessenza del dibattito democratico. L’obbligo vaccinale è una realtà sempre più ovvia. La restrizione delle nostre libertà è universalmente riconosciuta come inevitabile. Mascherina all’aperto e coprifuoco sono ormai accettati come elementi normali della nostra quotidianità. Dove stiamo andando? E quale può essere il ruolo di ogni singolo in tutto ciò?

Siamo nel 2021. E’ trascorso quasi un intero anno “d’emergenza“, e la situazione non accenna a scemare. Da quando questo nuovo anno è iniziato sono trascorsi quindici giorni. Nei primi sette abbiamo visto un assalto a Capitol Hill a Washignton. Nella seconda settimana abbiamo visto aprirsi una crisi di Governo in Italia, dall’esito attualmente incerto.

Si prospetta dunque un anno ricco di novità, ricco di eventi e che richiede tutta la nostra capacità d’analisi, tutta la nostra attenzione, tutti i nostri riflessi. Qualunque sia il nostro ruolo nella società nel 2021, indipendentemente da chi siamo, imprenditori, studenti, praticanti, concorsisti, professionisti, insegnanti, occorre essere pronti. “Essere pronti a cosa?” sarebbe lecito chiedersi a questo punto. Non c’è una risposta definitiva a questa domanda, per il momento. E ciò in realtà, rende ancora più forte e imperativa la domanda stessa. Occorre essere pronti proprio perchè non si sa cosa ci riserva il futuro.

Un anno esatto fa il coronavirus non aveva ancora un nome, quasi nessuno aveva sentito parlarne e solo alcuni tra i più attenti avevano letto qualche isolato articolo di giornale, in odore di fake news, che parlava di “nuovo virus cinese“. Ma nessuno sapeva a cosa saremmo andati incontro. Allo stesso modo adesso non sappiamo cosa ci riserva l’anno attuale, e ciò rende imperativo alzare il livello della nostra attenzione verso l’attualità. Noi siamo sia gli interpreti della realtà, sia al contempo, ne siamo gli attori: qualunque cosa accade nel mondo è in parte anche una nostra responsabilità attiva o omissiva. Riconoscere la propria responsabilità nell’andamento della realtà è il primo passo per attivarsi. Ogni nostra parola, ogni nostro gesto, ogni nostro discorso può cambiare la realtà. In ogni momento possiamo suscitare compassione o repulsione nel prossimo, consolidando un’idea o incrinandola. E ciò, moltiplicato per sessanta milioni di persone, fa in questo momento l’Italia. Moltiplicato per cinquecento milioni fa l’Unione Europea. Moltiplicato per sette miliardi fa il mondo. Pensare che la responsabilità morale e materiale di quanto accade sia di pochi, quali Renzi, Conte o Zingaretti per l’Italia, o di Xi Jimping, Trump e Putin per il mondo, ci porta completamente fuori strada.

Uno dei primi studiosi di storia noti all’uomo è Erodoto, vissuto nel 400 avanti Cristo, il quale procede al racconto della storia narrando i grandi eroi, i grandi personaggi e i grandi eventi. Ma un altro storico, della generazione di poco successiva, Tucidide racconta, nell’Atene democratica dell’epoca, le vicende delle persone comuni, normali. L’attenzione non è sui grandi eventi, sui grandi nomi, ma è incentrata sui piccoli meccanismi che regolano le cose. Il fine non è più celebrare o criticare i grandi personaggi, ma è attenzionare le dinamiche sociali che portano all’accadimento dei grandi fatti e all’emergere dei grandi nomi.

Mi concedo un secondo esempio, tratto in questo caso dalla cultura popolare attuale. Il primo è una graphic novel (ossia un romanzo a fumetti, reperibile in libreria) del grandissimo fumettista italiano Vittorio Giardino, uno dei più grandi disegnatori della contemporaneità. In tre storie, caldamente consigliate “Rapsodia Ungherese” “La porta d’oriente” e “No Pasaran“, racconta attraverso gli occhi del suo personaggio, Max Fridman, gli anni ’30 del ‘900, mettendo a fuoco prima i balcani, poi la Turchia e infine la Spagna della guerra civile. Oltre ad una narrazione tesa ed attenta al dettaglio, il fulcro dell’opera è illustrare come i grandi eventi e i grandi nomi entrino nella vita delle persone comuni, influenzando modi di vivere, di pensare e infine di agire. Ma ad un secondo livello di lettura può cogliersi un ribaltamento, che è la vera chiave dell’opera: sono i cambiamenti di pensiero a livello popolare che permettono ai grandi avvenimenti di accadere, che consentono ad alcuni futuri grandi personaggi di emergere.

Ultimo esempio è un racconto speciale di Dylan Dog, fumetto horror della Sergio Bonelli Editore che ebbe larghissima fortuna a cavallo degli anni 80′ e 90′. In particolare parliamo dell’albo speciale numero 10 “Il monastero” nel corso del quale viene rianalizzata infinite volte una giornata tipo del protagonista, nella quale di volta in volta viene cambiato un particolare: cosa mangiare, se mangiare a casa o fuori, se rispondere o no ad una chiamata, se effettuare o meno una conversazione. Ciò consente di studiare gli infiniti bivi e le molteplici ramificazioni che ogni minima scelta della nostra giornata può comportare. Ogni azione può influenzare noi e l’ambiente circostante, fino alla estreme conseguenze, fino a causare la morte di qualcuno o al contrario l’innamorarsi di qualcun altro.

Dunque occorre prendere coscienza del nostro ruolo nella realtà, dell’infinita importanza di ogni nostra azione, persino di ogni nostra parola. E una volta presa coscienza di ciò occorre allora chiedersi chi vogliamo essere in relazione a quanto accade nel mondo.

Assistiamo ad un momento storico che io mi azzarderei a definire della “Deprecazione delle Libertà“. Facciamo alcuni esempi.

  • Viene dichiarato il primo Lockdown nazionale. Ci sono due punti di vista possibili: lasciarsi dominare dalla paura e accettare le limitazioni delle libertà come unica alternativa; oppure interrogarsi ininterrottamente sulle alternative, sulla necessità della disobbedienza sociale, sulla difesa dei propri diritti
  • Conte governa l’Italia con atti amministrativi monocratici, detti volgarmente DPCM: si può accettarlo come normale e ragionare su quanto ciò in questo momento sia corretto giuridicamente e sia necessario moralmente; oppure si può fare ricerca costituzionale, formarsi un proprio parere e sostenerlo in ogni conversazione sul tema, forti delle proprie argomentazioni
  • Obbilgo di mascherina all’aperto: lo si può accettare come una nuova normalità; oppure si può continuare a chiedersene il senso, confrontarlo con le normative nel resto del mondo ed aggiornarsi sugli studi accademici sull’argomento, arrivando finanche all’esercizio della disobbedienza sociale se la si ritiene necessaria
  • Coprifuoco nazionale: interiorizzarlo come nuova normalità; oppure non smettere di protestare per il ritorno alla vera normalità
  • Manifestazioni di piazza al grido di “Libertà”: catalogarle come raggruppamento di criminali, al Sud organizzate dalla camorra e al Nord dagli ultras; oppure riconoscere il diritto alla protesta come uno dei primi diritti delle democrazie e saper scindere la giusta protesta di migliaia di cittadini da alcuni e isolati casi di violenza e danneggiamenti.

Ognuna di queste tematiche ci vede protagonisti. Ognuna di queste restrizioni della libertà ha avuto i suoi sacerdoti, i suoi promotori, i suoi taciti assensi. Ultimo esempio: i Big del web censurano un leader votato da settanta milioni di persone (Trump). Occorre decidere quale è il nostro ruolo in relazione a ciò: difendere questa scelta, ragionando sulla censura illuminata, analizzando che tacitare qualcuno può essere necessario alla democrazia. Oppure possiamo evidenziare che la libertà di parola che non è discutibile nè comprimibile, nè da parte dei governi nè da parte di agenzie private.

Ogni cosa che accade avviene con il nostro consenso tacito o espresso. Senza eccezioni.

In conclusione non so cosa ci riservi il 2021, ma una cosa è certa: ogni cosa che avverrà, avverrà per nostra scelta. Siamo noi gli artefici del nostro destino e del nostro mondo. Quindi cerchiamo di essere pronti. E scegliamo da che parte stare.

Antonio Albergo

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