Cammino nella solitudine

Il respiro è castrato dall’abbraccio

asessuato della mascherina,

che per proteggermi

 nasconde gelosamente il mio sorriso 

al mondo vuoto.

Dove sono gli anziani

dai passi cadenzati e lenti

e dai vestiti inutilmente 

ma gioiosamente vecchi ed eleganti?

Dove le donne affaccendate

dallo sguardo serio ma indulgente

alla brezza consolatrice del pomeriggio?

Dove i bambini, 

sulle piazze inondate dal sole

che cadono camminando e cadendo camminano?

Dove sarà il tatto tra le persone

quando ci si nasconde dietro guanti sterili

e occhiate scostanti e fuggitive da marciapiedi opposti?

Dove il tocco dei giovani amanti

esitanti ed emozionati al primo contatto delle loro

labbra, quando non possono descrivere questa emozione

su un’impersonale autocertificazione?

Dove è la libertà 

se della sicurezza si giovano solo cuori distanti?

E’ forse la salute 

più consolatrice degli affetti?

Morire è umano destino.

Morire soli è una scelta in nome di una deturpante sicurezza.

Passano i giorni e barattiamo la bellezza 

e la durezza del vivere con un’unica certezza:

quella di morire ugualmente, ma dopo aver tolto 

quel sapore alla vita che rende dolce anche la morte.

E una mascherina e un paio di guanti saranno i confini

del nostro mondo

e il trono

della nostra individuale ricerca della sicurezza.

Cammino nella solitudine.

Comments to: Autocertificazione di Vivere

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