Aria umida/ terra solitaria,/ piccoli passi incerti/ tra le bianche lapidi./

Cipressi stentorei,/ colonne senza tetto,/ sorreggono la fragilità/ dell’incontro con la morte,/

Solo mi aggiro,/ su foglie dorate, / e pensoso scorgo/ nomi senza volti/ date senza tempo,/ spazi d’esistenza,/ d’impercettibile brevità/ troppo lunghi per soffrire,/  troppo brevi per godere./

Angeli di legno,/ crocifissi di marmo,/ segnano la via dei miei passi/ nella muta biblioteca,/  in un silenzioso dialogo,/ con chi ha già comunicato/ vivendo la propria vita./

Cerco i miei affetti,/ scorgo immagini, nomi e croci,/  persi in date passate,/ e non li trovo./ Il fresco lutto,/ mi attanaglia l’animo./  Il mancato saluto,/ per la nostra salute/ è un eterno ritornare/ agli ultimi momenti di vita/ a cui non ho assistito./ 

La nube nera,/  incendio di ricordi/ ascende vorticosa in cielo/ e oscura lo sguardo,/  in un necessario addio,/ tragica dispersione della memoria./

                                                                                                                         Antonio Albergo, I giorni del Covid, 21/05/2020

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