Pensiero Divergente è online da sei mesi, e si prova a tracciare un bilancio di cosa è accaduto in questo breve lasso di tempo, sia al mondo sia all’Italia sia alle idee in cui crediamo e per cui ci battiamo
Due papi, due presidenti degli Stati Uniti, una pandemia mondiale, diritti umani compressi in Europa, nuova crisi economica e proteste nelle strade al grido di “Libertà, Libertà“. Il tutto mentre ci iniziamo a rendere conto della reale portata della terza rivoluzione industriale: lavoro, scuola e università da casa; un nuovo modo di vivere l’informazione e di concepire l’intrattenimento.
Una descrizione come questa potrebbe sembrare la quarta di copertina di un romanzo di fantascienza o fantapolitica, in cui ci viene presentata la cornice entro la quale la storia si sta per svolgere. Ed in un certo senso è così, ma la storia che si svolge non riguarda un personaggio di fantasia, è la storia della nostra vita.
L’articolo odierno s’intitola “Che fare?” esattamente come l’immaginario giornale fondato dai fontamaresi in “Fontamara” di Ignazio Silone. L’intento di quel giornale era quello di descrivere e commentare tutti soprusi che i poveri “cafoni” dovevano soffrire per mano del governo fascista, rilanciando il titolo del giornale in ogni articolo: “il Commendatore ci ruba la terra, che fare?“; “La provincia ci prosciuga il torrente per irrigare le terre, che fare?” e così via dicendo. Purtroppo per loro, quest’iniziativa decretò una spedizione punitiva delle camicie nere che terminerà con un duro massacro, senza eccezioni.
A volte, il semplice raccontare i soprusi che si patiscono è una forma di libertà, forse è la forma minima di libertà, ma pur sempre qualcosa di significativo. E non è sempre una facoltà scontata. Il dittatore dell’Uganda Idi Amin Dada ebbe modo di dire “La libertà d’espressione esiste. Ma non posso garantirvi la libertà dopo l’espressione.” Ci piacerebbe che frasi come questa, o che il destino del giornale immaginario di Fontamara, fossero vicende che appartengano al passato, ma forse non è così. Vediamo alcuni esempi concreti di oggi:
ByoBlu, un’ emittente attiva su youtube, che prova a fare informazione alternativa, senza contributi statali, vede sistematicamente rimossi i suoi video senza una valida ragione. Per approfondimenti lascio il link dell’analisi di detta situazione da parte del direttore dell’emittente Claudio Messora.
Padre Livio Fanganza che dirige la nota emittente radiofonica Radio Maria, è stato ampiamente infangato dalla quasi totalità di giornali e telegiornali per una sua dichiarazione scomoda. Ciò che aveva dichiarato è che, pur senza abbassare la guardia dal virus, occorre stare attenti che non vi sia un piano delle elites mondiali per aumentare sensibilmente il controllo sulla popolazione con questo pretesto. Parole forti sicuramente, con le quali si può dissentire, ma che non meritano un discredito sociale come quello che si è registrato. Se si fossero occupati di queste dichiarazioni solo programmi volti a ironizzare come ad esempio il programma radiofonico “La Zanzara” o televisivo come “Striscia la notizia” allora il tutto sarebbe stato assolutamente normale. Ma in questo caso è avvenuta una censura su tutti i maggiori giornali, la Repubblica ha addirittura aperto un’indagine sui bilanci di Radio Maria, viste le dichiarazioni scomode del direttore. Evidentemente Padre Livio non ha detto una cosa così buffa e sconclusionata per meritarsi un attacco così ben coordinato. Invito ad approfondire la vicenda e lascio il link con le dichiarazioni successive all’attacco mediatico, da parte dello stesso Padre Livio.
Il canale youtube Vox Italia Tv, che ci siamo sentiti di consigliare in un precedente articolo, è stato demonetizzato dalla stessa youtube per la ragione che espone contenuti “dannosi e controversi“, condannando così di fatto ad austerità economiche l’entourage che vi lavora. Demonetizzazione significa vivere solo delle donazioni spontanee degli ascoltatori, non potendo più ricorrere a pubblicità online e pagamenti da youtube. Ciò che colpisce non è solo la severità della misura e la sua inappellabilità, ma anche la vaghezza dell’accusa come testimoniato dal direttore Francesco Toscano.
Dall’altro lato, quello del mainstream, abbiamo alcuni fenomeni estremamente interessanti
L’unico organo ufficiale per la proclamazione della Presidenza degli Stati Uniti, secondo i termini di legge, è la GSA ossia la General Services Administration, la quale emana un comunicato ufficiale dopo la constatazione della regolarità delle elezioni. Questo comunicato non è ancora avvenuto ad oggi. Eppure la CNN ha annunciato la vittoria ufficiale di Joe Biden, la quale è stata rilanciata dai media di tutto il mondo.
Il filosofo e professore accademico Paolo Becchi twittò a tal proposito il 7 novembre “Il nuovo Presidente degli Stati Uniti è stato eletto dalla CNN. E’ ufficialmente nata l’era della postdemocrazia“. Potrebbe sembrare una dichiarazione forte e sopra le righe, ma a ben pensarci come chiamare altrimenti il fenomeno per cui un’emittente televisiva scavalca gli organi istituzionali in un frangente così delicato? Per tacere del fatto che le stesse emittenti che per quattro anni hanno affermato che le elezioni del 2016 potevano essere falsate dalle indebite influenze russe, oggi, al contrario, sembrano assolutamente concordi nel definire aprioristicamente senza fondamento le accuse di brogli per le elezioni 2020 (il RussiaGate fu poi archiviato dalle istituzioni americane per mancanza di prove). Nel 2000 anche Bill Clinton, presidente democratico, si rifiutò di ammettere la sconfitta fino a dicembre, dal momento che vi erano dubbi di irregolarità con il conteggio dei voti in Florida. Oggi il dubbio non riguarda un solo Stato ma addirittura sei Stati diversi. Rudolph Giuliani, uomo dall’onestà e professionalità irreprensibile, che collaborò con Falcone e Borsellino nella lotta alla mafia, che fu Sindaco di New York e che ora è coordinatore dello staff di avvocati volto a smascherare i presunti brogli democratici ha annunciato centinaia di testimonianze giurate e decine di prove documentali da presentare innanzi ad una corte federale in un accesissima conferenza stampa. Ma i titoli di giornale l’indomani o non hanno riportato la notizia o si sono concentrati sulla sua tinta di capelli.
Nella notte delle elezioni, e anche nei giorni seguenti il social network Twitter si è prodigato nella censura dei tweet del Presidente in carica Donald Trump. L’emittente televisiva CNN, ha addirittura censurato e interrotto il presidente in carica Trump durante il suo secondo intervento post elezione in cui iniziava a tematizzare l’accusa di brogli; l’inviato ha ripreso in pugno telecamera e microfono, sottraendo visibilità al presidente iniziando a spiegare perchè Trump non potesse essere nemmeno ascoltato. E mentre gli organi ufficiali degli Stati Uniti iniziano a vagliare queste accuse, la stampa italiana ha festeggiato questi comportamenti allarmanti con titoli soddisfatti come “Censura Costruttiva” del Messaggero.
Spostandoci nella nostra Italia osserviamo che il 12 ottobre 2020 con Decreto Ministeriale viene offerto un contributo straordinario fino a 50 milioni di euro per le emittenti radiofoniche e televisive locali che si impegnano a rispettare una serie di criteri, primo dei quali è il rilanciare la comunicazione governativa sul Covid-19. Come a dire che su questo argomento non si può spaziare, non si può indagare al di fuori dei diktat governativi. Detti diktat occorre solo che siano rilanciati, al massimo commentati. Questo è lo stato della nostra libera informazione. Sulla tematica più attuale, che più modifica la nostra vita, occorre allinearsi se si vogliono degli incentivi. Se poi altrove, ad esempio online, si prova a fare una narrazione diversa si viene demonetizzati, censurati o oscurati all’occorrenza.
La visione della realtà che abbiamo proposto su Pensiero Divergente a maggio con il nostro Manifesto e che continuiamo a proporre con le nostre riflessioni settimanali è quella di una società con più diritti. Si vuole affrontare il virus e si vogliono tutelare i cittadini? Bene, allora aumentiamo i diritti della cittadinanza. Ognuno deve poter avere il diritto di non uscire di casa, (diritto prima non riconosciuto). Ma non per questo occorre confinare tutti gli italiani in casa. Pertanto:
- le famiglie devono poter autonomamente decidere se mandare i propri figli a scuola o se applicare la didattica a distanza, in totale autonomia. Il personale scolastico deve riformulare la sua offerta su base volontaria (chi se la sente si offre in presenza chi non se la sente può e deve lavorare in assenza). In tal modo emergerà un nuovo punto d’incontro tra la domanda e l’offerta scolastica: la libertà individuale di soppesare rischi e possibilità proietterà a livello macroeconomico un nuovo asset del modello scolastico. Invece, cosa si è fatto? Sopprimendo diritti e imponendo obblighi, a settembre sono stati trascinati in aula soggetti che temevano di farlo; invece ad ottobre soggetti che desideravano continuare l’esperienza in presenza sono stati obbligatoriamente confinati a casa.
- Stesso discorso per il lavoro subordinato: i contratti di lavoro collettivo andavano e vanno tutt’ora ridipinti sulla base dell’opzione volontaria del subordinato di scegliere il lavoro da casa o in presenza, senza che ciò determini pericolo di licenziamento o trattamento sfavorevole. Solo per i lavori ad alta rilevanza fisica, dove la presenza è irrinunciabile, stabilire precisi adempimenti sanitari.
Se poi lo Stato offrisse una buona informazione e i giornali si sforzassero nella ricerca della verità, il popolo sarebbe in grado di produrre un adeguato autoregolamento dei propri interessi. Ad esempio, informando la popolazione dei livelli di rischio della pandemia in base al tasso di ospedalizzazione intensiva si potrebbe offrire il seguente scenario: sulla base dei dati della giornata precedente relativi alla risposta ospedaliera e alla curva dei contagi la giornata inizierà con un avviso governativo via via differente in base alla criticità dell’offerta sanitaria.
- bollino verde, significa che se ti ammalassi oggi, lo Stato probabilmente potrà offrirti le cure di cui necessiterai.
- bollino arancione significa che se ti ammali oggi, per quando necessiterai di cure intensive lo stato non potrà garantirti ora per allora adeguate cure, visto il tasso di ospedalizzazione in rapida crescita e l’esaurimento delle risorse a disposizione
- bollino rosso significa che l’offerta sanitaria statale è in crisi e che pertanto vi è la quasi totale impossibilità di prestare nuove cure ai nuovi malati che si presenteranno.
Con un sistema basato su corretta e continua informazione, trasparenza e più diritti, si potrebbe affrontare umanamente la crisi che viviamo. Sarà dunque il singolo cinema a decidere se offrire spettacoli in giornate con bollino verde. Sarà il singolo ristoratore a decidere se offrire i suoi servizi in una giornata da bollino arancione. Sarà la singola palestra a decidere se rimanere aperta in una giornata dal bollino rosso. Saranno i singoli consumatori a decidere, debitamente informati, giorno per giorno, se uscire di casa per usufruire di detti servizi. Sicuramente gran parte della popolazione, presa dal vortice della paura deciderà di rimanere a casa per tutelarsi meglio. Detta parte della popolazione si vedrebbe garantita il lavoro subordinato, la scuola, e il rifornimento dei beni grazie all’e-commerce sempre più efficiente e veloce. Un’altra fetta della popolazione, bilanciando i rischi che corre, si autodeterminerà correndo il rischio di aprire la propria bottega o di frequentare la bottega altrui.
Il “Bollino” governativo potrebbe essere emesso sulla base dei dati raccolti alle 18, dalla protezione civile, analizzati da un comitato tecnico composto da membri votati dal parlamento, ed essere emesso entro le 21, per la giornata successiva, così da consentire alla popolazione di organizzare le proprie scelte. E’ comunque presumibile che il colore non cambi quotidianamente, ma resti statico per ampi periodi, essendo i dati sulle ospedalizzazioni veloci a peggiorare ma lenti nel migliorare, pertanto non vi sarebbe nemmeno il rischio di dover quotidianamente riprogrammare la propria condotta. Il sistema si potrebbe poi ottimizzare ancora di più con una decentralizzazione dell’emissione dei “bollini” dallo Stato alle regioni (in Campania il giorno “x” potrebbe essere rosso, in Abruzzo lo stesso giorno potrebbe essere arancione). Questa è, si badi bene, solo una delle tante proposte che abbiamo provato ad avanzare per uscire dall’impasse “o la libertà o la salute”.
Pensare che i singoli, non abbiano tale capacità di discernimento, vuol dire sostanzialmente negare la democrazia. Significa far scadere il Popolo a Popolazione, ad allevamento da ammaestrare, vista la sua inidoneità a provvedere a se stesso. Significa entrare in una logica non semplicemente dittatoriale ma totalitaria, perchè presume di dover disciplinare tutti i lati di discernimento che competerebbero al privato, sulla base di una presunta inadeguatezza.
Il cittadino ha sicuramente il dovere di rispettare le norme di uno stato, principalmente il codice penale e il codice civile; ma lo Stato da parte sua ha il dovere di Garantire Diritti e Libertà. E non dovrebbe esistere lo scenario secondo cui dal momento in cui lo stato fallisce in uno dei suoi compiti (garantire la salute) allora smette di garantire anche gli altri diritti (libertà personale) come conseguenza. Vi è un tale capovolgimento dei diritti e dei doveri che è “virtuoso” il cittadino che si priva delle libertà personali (#iorestoacasa) mentre é deplorevole, immaturo e pericoloso il cittadino che chiede la libertà personale (#negazionista).
Qui a Pensiero Divergente non ci stancheremo mai di chiedere più diritti, un sostanziale rispetto della Costituzione, una comunicazione governativa più trasparente e un’attività parlamentare più protagonista e meno asservita all’esecutivo. Sperando di non fare la fine dei Fontamaresi nel frattempo.
Antonio Albergo
Classe ’94, diplomato al liceo classico di Pescara Gabriele D’Annunzio, Laureato in Giurisprudenza alla Luiss di Roma e ora praticante notaio. Appassionato di cinema e viaggi, si divide tra la gestione di PensieroDivergente e lo studio notarile.
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